L’incessante produzione normativa, spesso imposta da direttive europee e convenzioni internazionali, in tema di tutela delle vittime delle violenze domestiche e di genere, oltre a far riflettere su un così drammatico e sempre più preoccupante fenomeno, ha suggerito di raccogliere in un’unica Opera le disposizioni – civilistiche, penalistiche, sostanziali e processuali – attualmente in vigore.

Il Codice contiene le norme finalizzate a prevenire la violenza nelle relazioni familiari e affettive (è il caso dell’ammonimento, dell’allontanamento dalla casa familiare o, più semplicemente, delle norme che disciplinano la separazione e il divorzio o la cessazione delle convivenze o delle unioni civili) e a sanzionarle (comprese quelle di nuovo conio che puniscono il c.d. revenge porn e l’omicidio di identità) così da assicurare la massima tutela alle vittime anche indirette, quali gli orfani per crimini domestici.

Fondamentale punto di riferimento è la legge 19 luglio 2019, n. 69 – in vigore dal 9 agosto 2019 – recante, tra gli altri, interventi sul codice di procedura penale accomunati dall’esigenza di evitare che eventuali stasi, nell’acquisizione e nell’iscrizione delle notizie di reato o nello svolgimento delle indagini preliminari, possano pregiudicare la tempestività di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela della vittima dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e di lesioni aggravate in quanto commesse in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza.

Poiché il fenomeno, talvolta, affonda le sue radici in una mentalità retrograda, che colloca la donna in una posizione di subordinazione, sono state inserite pure le vigenti disposizioni in tema di pari opportunità e di tutela della maternità.

Leggi la prefazione “Il reato di disamore” di Maurizio de Giovanni, agosto 2019

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